Remini AI: legal policy, diffusione della propria immagine e mercato della bellezza

Remini è un’app sviluppata dalla società italiana Bending Spoons che permette l’elaborazione delle immagini personali a partire dall’upload di foto proprietarie. Come tutti gli strumenti dotati di AI, Remini è soggetta a critiche e riflessioni da parte degli addetti al settore comunicazione digitale o per lo meno chi come me qualche dubbio lo mette sempre sul piatto della bilancia.

Secondo gli utenti Remini tenderebbe a modificare i corpi rendendoli troppo magri e slanciati oltre che rendere le donne più prosperose. Ovviamente la prima riflessione l’ho fatta proprio caricando le mie foto e ho notato quanto il modo subdolo a partire da immagini caricate che ritraevano solo il mio viso, di fatto il mio corpo fosse stato ritratto come molto slanciato, con una corporatura esile e con un abbondante seno.

Questo solleva importanti considerazioni in merito dalla rappresentazione sociale del corpo e mi tocca in modo profondo proprio perché ho scritto una Tesi di Laurea sulla “Rappresentazione sociale del corpo degli adolescenti” su i magazine analizzati.

Remini: funzionamento e upload di dati sensibili

L’app funziona in modo molto simile ad altri strumenti di trasformazione di immagini, Remini chiede di scattarsi/caricare una serie di selfie – ben consci del peso di questi dati condivisi – indicando il genere, dettagli e scegliendo una foto d’esempio per lo stile. Dopo una breve attesa, ecco un pacchetto di dodici proposte dalla quale scegliere l’immagine che più aggrada, da scaricare.

Prima però di uploadare la propria foto e procedere con la rielaborazione della stessa è fondamentale prendere del tempo per leggere l‘informativa sulla privacy, per capire come l’App usa i dati caricati e come sostiene Davis Leslie, direttore della ricerca sull’etica e l’innovazione responsabile presso l’Alan Turing institute e professore alla Queen Mary University di Londra: “Dobbiamo sempre essere consapevoli quando i nostri dati biometrici vengono utilizzati per un qualsiasi scopo. Si tratta di dati sensibili. Dovremmo essere molto cauti“.

Le rappresentazioni sociali del corpo: il trucco che c’è e si vede

Le rappresentazioni sociali del corpo sono un tema centrale nell’analisi delle dinamiche sociali, in particolare riguardo a come la società costruisce significati e valori attorno all’immagine corporea. In psicologia e sociologia classica, autori come Erving Goffman e Pierre Bourdieu hanno esplorato come il corpo sia un mezzo attraverso cui le persone negoziano la loro posizione sociale. Oltre ciò, Serge Moscovici differenzia dal concetto di Durkheim di rappresentazione collettiva: per Moscovici, le rappresentazioni sociali sono entità dinamiche che si trasformano e consentono ai membri di una società di comunicare tra loro, in quanto la rappresentazione sociale è condivisa dai membri stessi.

Le rappresentazioni sociali rendono familiare, oggettivato e riconoscibile il soggetto estraneo al contesto sociale, danno un’identità al corpo nel contesto contemporaneo, diventato oggetto di un’esposizione sempre più visibile attraverso gli strumenti digitali, alimentando una cultura dell’edonismo e narcisismo. La diffusione di immagini corporee oggettivamente perfette, ha intensificato la ricerca di approvazione sociale tramite il corpo. Questo fenomeno, come osservato da autori contemporanei come Jean Baudrillard, si riflette in un “sistema di simulacri” in cui la realtà corporea è sostituita da rappresentazioni idealizzate e distorte. Proprio come produce Remini.ai, proprio come i filtri utilizzati sui social media, proprio come le ottiche continuamente migliorate degli smartphone.

Immagine propria elaborata con App Remini AI

Immagine propria elaborata con App Remini.AI

AI e impatto sul mercato della bellezza e dell’estetica

L’intelligenza artificiale (AI) sta supportando in modo continuativo il processo narcisista a un tessuto sociale già oggettivamente imbruttito. Dalle innovazioni dei trattamenti alla personalizzazione delle esperienze dei consumatori passando per il miglioramento estetico degli utenti social attraverso filtri di bellezza, il racconto è pressoché in mano al disagio.

Un’analisi della PwC  ha previsto che l’AI influenzerà fortemente l’industria della bellezza, con un potenziale di crescita globale che supererà i 40 miliardi di dollari entro il 2030. Questo cambiamento è alimentato dalla capacità dell’AI di ottimizzare i trattamenti, migliorare i risultati e soddisfare meglio le esigenze individuali dei clienti.

Un esempio tangibile di come l’AI stia modellando il mercato dell’estetica è l’adozione di tecnologie di analisi facciale. Strumenti come quelli sviluppati da ModiFace, una piattaforma di simulazione di bellezza acquisita da L’Oréal, utilizzano l’intelligenza artificiale per offrire diagnosi personalizzate e simulazioni di trucco o trattamenti per la cura della pelle. Secondo uno studio condotto da Statista, il mercato globale della bellezza digitale, che include tecnologie come la realtà aumentata (AR) e l’AI, ha generato oltre 4,5 miliardi di dollari nel 2020, con una crescita annua del 30%.

L’AI ha anche facilitato la creazione di cosmetici su misura grazie alla possibilità di analizzare e prevedere le esigenze della pelle attraverso dispositivi intelligenti. Aziende come Prose e Function of Beauty utilizzano algoritmi per creare prodotti di bellezza personalizzati basati su dati relativi ai capelli o alla pelle di ciascun cliente.

Il potenziale dell’AI nel mercato estetico non si limita alla personalizzazione, ma si estende anche alla gestione dell’esperienza del cliente. Software basati su intelligenza artificiale possono prevedere tendenze, ottimizzare la gestione dell’inventario e migliorare l’interazione con i clienti, rendendo i saloni e le cliniche estetiche più efficienti e mirati.

In definitiva, l’AI sta non solo creando nuovi prodotti e trattamenti, ma sta anche modificando le modalità con cui i consumatori interagiscono con il mercato della bellezza e sulla percezione della propria estetica facciale e corporea, di fatto aprendo un varco importante sull‘impatto psico sociale dell’AI sul tema.

 

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Monia Taglienti
Post by Monia Taglienti

Nasco con le parole nella testa e continuo con le parole tra le mani. La Laurea in Comunicazione è stata solo il punto di avvio di un amore destinato a non finire mai. Social Media Manager, Web Content Writer, Social Media Strategist e Social Media Food Marketer.

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