Geopolitica digitale e conflitto mediatico: TikTok bun e USA

Ci siamo: studiavo materie come Geopolitica digitale e i possibili conflitti mediatici, anni fa sui libri universitari. Testi come “Guerra Santa contro McMondo” di Barber, politologo e teorico americano mi hanno aperto ad argomenti di cui nel lontano 2003 si accennava solo cautamente. Oggi, invece,  TikTok rischia un divieto negli Stati Uniti a meno che non venga venduta dalla sua società madre cinese ByteDance entro il 19 gennaio. Tuttavia, il presidente eletto Donald Trump, che entrerà in carica il giorno successivo, ha chiesto alla Corte Suprema di ritardare il divieto quando esaminerà le discussioni sul caso il 10 gennaio, ma al momento ancora sono in atto le trattative.

Il conflitto basato sul possesso, trattamento e diffusione dei dati 

ByteDance, l’azienda madre di TikTok, il 9 novembre 2017 ha acquisito Musical.ly per circa 1 miliardo di dollari, unendola nel 2018 all’app TikTok. ByteDance è una società cinese che si posiziona del settore informatico, che detiene diversi altri prodotti celebri tra chi si occupa di content creation e comunicazione digitale come CupCut, lanciata nel marzo 2023 è diventata la seconda app più popolare negli Stati Uniti dopo il discount cinese Temu e Lark, una suite da ufficio che fa riferimento a Google Workspace.

In USA funzionari e legislatori statunitensi accusano ByteDance di essere collegata al governo cinese. Molti hanno citato preoccupazioni per la sicurezza nazionale riguardo all’app, sostenendo che potrebbe essere costretta da Pechino a fornire dati sui suoi 170 milioni di utenti statunitensi.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha affermato che, a causa della sua società madre cinese e dell’accesso ai dati sugli utenti americani, TikTok rappresenta “una minaccia alla sicurezza nazionale di immensa profondità e portata”. Questo potrebbe attivare azioni di Geopolitica digitale con ripercussioni sulla liberà di espressione degli americani.

Nell’aprile 2024, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge, convertito in legge dal presidente Joe Biden, che concedeva a ByteDance nove mesi per trovare un acquirente approvato dagli Stati Uniti o vedere la chiusura di TikTok negli Stati Uniti. Al momento della scrittura del presente articolo,  gli Usa e Trump sono in trattativa per un’ipotesi di acquisto da parte di Microsoft.

TikTok e ByteDance negano di essere collegati al governo cinese o che i dati potrebbero essere consegnati. In precedenza avevano anche escluso una vendita. I molteplici ricorsi legali contro la legge di Biden, affermano l’incostituzionalità e che ciò avrebbe un impatto importante sulla libertà di parola censurando gli utenti statunitensi.

TikTok e ByteDance hanno affermato che anche un divieto temporaneo all’inizio del 2025 avrebbe “effetti devastanti” sulle loro operazioni e sui loro utenti. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha rinviato la richiesta delle aziende di un’ingiunzione di emergenza, per ritardare un potenziale divieto mentre esamina il caso. Il 10 gennaio ascolterà le argomentazioni delle aziende e del governo americano sulla violazione o meno della legge del diritto costituzionale americano alla libertà di parola.

La maggior parte delle persone scarica app sui propri smartphone e tablet tramite gli app store, quindi il divieto impedirebbe ai nuovi utenti di ottenere TikTok. Significherebbe anche che le persone che già disponevano dell’app non sarebbero più in grado di ottenere futuri aggiornamenti progettati per migliorare la sicurezza o correggere i bug. Il disegno di legge vieta che le applicazioni controllate dai paesi avversari degli Stati Uniti vengano aggiornate e mantenute negli Stati Uniti, conferisce ampi poteri al presidente per limitare le app con legami non solo con la Cina ma anche con Russia, Iran e Corea del Nord.

TikTok è davvero un pericolo per l’Occidente?

Tra Cina e Stati Uniti la guerra fredda tecnologica o tech war ha visto l’intensificarsi dal 2010 e continua con una serie indiscussa di sviluppi molto spesso sconosciuta ai molti. La Cina è un’osservata speciale nell’epoca contemporanea: il possesso di dati sensibili, la gestione del settore dei semiconduttori e il ruolo delle lobby dell’industria digitale sono alcuni dei temi al centro di questa profonda trasformazione. Da oltre 20 anni, l’importanza crescente della sostanza insita dei dati ha fatto nascere e sviluppare settori come quello della cyber security e l’adozione del Digital Markets Act (DMA, il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali entrato in vigore nel 2023 e il Digital Services Act (DSA) che si concentra più sulla regolamentazione dei contenuti online e sulla protezione dei consumatori.

Media e Geopolitica digitale: un argomento spinoso affrontato dal Governo

Nella conferenza pubblica “La geopolitica del digitale e le nuove sfide della politica internazionale” presso la Luiss Guido Carli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano sostiene quanto la digitalizzazione sia integrale alla vita e quanto anche i micromovimenti fisici, tracciati con costanza e trasformati in dati, hanno trasformato nella dimensione digitale, dinamiche che attraversano il mondo “fisico” e come afferma Carl von Clausewitz si potrebbe dire che il digitale è diventato spesso “la continuazione della guerra con altri mezzi”.

Ricordo che molte infrastrutture critiche digitali siano sempre più sotto attacco, non solo per cyber killer di origine puramente criminale ma anche quelli da parte di hacker che agiscono per supportare l’agenda di attori politicamente rilevanti, come governi stranieri o gruppi terroristici internazionali: delle oltre 300 aggressioni DDoS registrate dall’Agenzia nazionale per la cybersicurezza nel 2023, con un aumento del 625% rispetto al 2022, più dell’80% aveva ha una matrice politica, essendo state rivendicate da gruppi di hacktivisti, per lo più filorussi o pro-Palestina, con un picco non casuale a ridosso del 7 ottobre scorso. L’intelligence mostra inoltre come anche dietro ad attacchi motivati da ragioni economiche, i cosiddetti ransomware, si celi spesso l’azione di attori statutali o para-statuali.

Internet influisce sull’equilibrio geopolitico globale, diventando un nuovo terreno di conquista, piattaforme social, reti e infrastrutture hanno l’obbligo di trovare regolamenti e procedure atte alla tutela dei singoli e dei territori online. I Governi stanno facendo molto affinché quello che Deruda nel suo “Geopolitica Digitale, la competizione globale per il controllo della Rete”, edito da Carocci Editore, tutela quella che si definisce sfera digitale che è stata ampiamente superata nel suo concetto utopico di spazio libero e condiviso da un più realistico territorio ibrido dove si combattono conflitti di ogni livello e dove le guerre sono solo all’inizio

 

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Monia Taglienti
Post by Monia Taglienti

Nasco con le parole nella testa e continuo con le parole tra le mani. La Laurea in Comunicazione è stata solo il punto di avvio di un amore destinato a non finire mai. Social Media Manager, Web Content Writer, Social Media Strategist e Social Media Food Marketer.

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